Poca sicurezza a bordo: a Ravenna record di contestazioni della Capitaneria

Negli ultimi due mesi sono stati cinque i mezzi che non hanno potuto riprendere la navigazione, essendo state dichiarate gravemente sotto gli standard

RAVENNA – Una nave è stata bandita da tutti i porti europei per i tanti fermi amministrativi negli ultimi 24 anni: ben tre. Altre quattro sono state dichiarate sotto gli standard minimi di sicurezza negli ultimi due mesi. Ma, se lo sguardo si allunga fino all’inizio dell’anno, si arriva a 15 navi fermate dalla Guardia Costiera ravennate in circa 80 ispezioni di bordo. In totale sono state riscontrate più di 800 non conformità. Continua così incessantemente l’attività di controlli Port State Control per i militari della Guardia Costiera di Ravenna. 

Ad occuparsene è in particolare il nucleo Port State Control della Capitaneria di porto di Ravenna (qui un video dei controlli) che ha effettuato dall’inizio dell’anno 80 ispezioni a bordo di navi straniere andando, nel complesso, a riscontrare più di 800 non conformità. L’elevato dato, statisticamente il più alto tra tutti i porti italiani, ha fatto sì che 15 navi fossero poste sotto fermo amministrativo. Questo accade infatti quando i militari operanti a bordo riscontrano delle lacune di sicurezza talmente gravi da dover re-ispezionare la nave prima della sua partenza. La nave, soggetta a provvedimento di detenzione, non potrà riprendere il mare fino a quando le azioni correttive intraprese siano appurate conformi alle convenzioni internazionali. Tali irregolarità andranno poi ad inficiare sulle performance Paris Mou della nave stessa, della compagnia di gestione nonché in alcuni casi dell’organismo riconosciuto certificatore.

Come accennato, nei soli ultimi due mesi 5 navi non hanno potuto riprendere la navigazione, essendo state dichiarate gravemente sub-standard dagli ispettori ed una di esse, avendo ricevuto 3 fermi amministrativi negli ultimi 24 mesi è stata sottoposta a provvedimento di bando. Con tale atto i militari hanno comunicato a tutti i porti della comunità europea che tale unità non potrà accedere in nessuno di essi, in quanto non affidabile e potenzialmente rischiosa per la salvaguardia della vita umana in mare e per l’ambiente marino.

Il rispetto degli obblighi ambientali

Se da un lato la sicurezza della navigazione è disciplinata da fonti internazionali, non di secondaria importanza è il cappello normativo comunitario. Anch’esso infatti diviene obbligatorio nel momento in cui un’armatore decidesse di far operare le proprie unità nelle acque europee. Su tale versante, gli incaricati al controllo delle conformità, sono gli stessi ispettori PSC nonché gli ispettori ambientali dipendenti dal corpo delle Capitanerie di Porto. 

Le verifiche mirate al rispetto di tale normativa vertono, per citarne le principali, sui campionamenti dei combustibili utilizzati dalle navi, sul controllo delle emissioni CO2 prodotte dalle stesse nonché sull’accertarsi che gli armatori si siano muniti di certificazioni navali idonee circa i materiali utilizzati per realizzare le unità, scongiurando quindi la presenza di materiali pericolosi e nocivi come ad esempio l’amianto, nonché per appurare che le costruzioni siano pronte in ogni momento ad essere riciclate, in caso di demolizione, garantendo sicurezza per i lavoratori addetti e per l’ecosistema terreste-marino.

Sul punto gli ispettori PSC della Capitaneria di Porto di Ravenna, hanno rilevato in diverse occasioni delle gravi non conformità ambientali che hanno fatto scattare i provvedimenti di fermo nave nonché associate sanzioni da 10.000 a 30.000 euro per un totale di circa 100.000 euro dall’inizio dell’anno solare.

Attualmente nel porto di Ravenna risultano detenute 2 unità battenti bandiera Malta e Kazakistan le quali, per i gravi malfunzionamenti dei sistemi di rilevazione incendio a bordo e della strumentazione di controllo antinquinamento, non potranno riprendere il mare prima della risoluzione di tutte de non conformità riscontrate in sede di visita Port State Control.