Il terribile 2020 del porto: traffico merci in calo del 14,7%

Per il porto di Ravenna è stato un anno terribile. Il traffico merci ha risentito in maniera pesante dell’emergenza pandemica dovuta al Covid 19: il 2020 si è chiuso con un calo del 14,7% rispetto a un 2019 che di per sé non era stato spettacolare. Il segno meno fa la sua comparsa davanti a tutte le merceologie (qui il report completo) con le rinfuse in flessione del 15,5% e i container del 10,7%. Diminuiscono anche le toccate di portacontainer, con una media di teu/nave che passa da 469 a 439.

Unico dato positivo arriva dall’import sui container: considerando soltanto i contenitori pieni sbarcati si assiste infatti ad un leggero aumento (+6,9%). L’altro lato della medaglia riguarda l’export: i container pieni imbarcati sono calati del 15,5%. La flessione totale del traffico contenitori considerando solo i pieni è dell’11,1%.

Dicembre, inversione di tendenza?

Autorità portuale sottolinea però che analizzando i numeri del singolo mese di dicembre si registra una movimentazione particolarmente positiva, pari a 2.063.860, in crescita del 10,9% rispetto al 2019. Si tratta del “primo, consistente segno di ripresa in era Covid, dopo il timido accenno registrato a luglio (+ 1,5%) – che non rappresenta una performance isolata, in quanto ci sono elementi concreti per ritenere che il trend positivo stia consolidandosi per i prossimi mesi”. 

Il peso della pandemia sulle varie merci

Sempre secondo quanto spiegano i tecnici di via Antico Squero, la minore domanda causata dalle varie restrizioni anti coronavirus, ha portato ad un calo dell’importazione dei cereali conseguente in particolare ad un calo prolungato dei consumi in bar e ristoranti. Calo che ha causato anche un accumulo di scorte “con il sistema produttivo che non riesce ancora a riprendere la piena operatività ai ritmi precedenti”.  I materiali da costruzione hanno registrato a Ravenna un calo del 18,9% nel corso dell’anno da imputarsi principalmente al calo delle importazioni di materie prime  (‐20,9%) per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo, pari a 3.580.634 tonnellate.

Male anche i prodotti metallurgici, in calo del 20,2%. A luglio una crescita del 14,6% aveva alimentato le speranze di una ripresa dopo sei mesi di calo. Invece nella seconda parte dell’anno è tornato un calo negativo, con un clima di incertezza che ha investito le consegne del materiale, culminato nel mese di novembre in calo del  ‐41,5%. Il mese di dicembre è risultato, finalmente, in aumento del 36,5%, contribuendo in parte al recupero sul progressivo annuale.