Emergenza Coronavirus: poco personale per i controlli al porto

Il punto in prefettura: il direttore dell’ufficio Sanità Marittima solleva il problema, saranno richiesti rinforzi al Ministero

La carenza di organico nell’Ufficio di Sanità Marittima sta complicando il lavoro delle aziende portuali. Il coronavirus impone un aumento dell’attenzione e un potenziamento dei controlli ma il personale sembra non bastare per fare fronte all’emergenza. Del tema si è parlato nel pomeriggio del 3 febbraio in Prefettura in un incontro che si è tenuto per  per esaminare la situazione nell’ambito del Porto di Ravenna in relazione allo stato di emergenza sanitaria dichiarato dal Consiglio dei Ministri a seguito della diffusione del virus 2019-ncov.

Alla riunione erano presenti, oltre al perfetto, le forze dell’ordine e le autorità comunali e sanitarie. Nel corso dell’incontro, pur prendendo atto che al momento non sono stati rilevati fattori di rischio, si è proceduto all’esame delle procedure di carattere sanitario che vengono attuate all’ingresso di navi nel porto, per verificare – alla luce di quanto previsto dalla dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria e dalle recenti disposizioni emanate al riguardo dal Ministero della Salute – la opportunità di un potenziamento dei controlli.

In tale ottica, il direttore dell’Ufficio di Sanità Marittima ha sottolineato le difficoltà connesse alla carenza di organico; ha, comunque, assicurato che adotterà ogni misura organizzativa atta a fornire un più alto livello di controlli, valutando, in particolare, la possibilità di ampliare ulteriormente le fasce orarie di operatività dell’ufficio, in modo da consentire accertamenti più accurati e il rilascio in tempi brevi della certificazione di “Libera pratica sanitaria”.

Tale certificazione, che attesta l’assenza di problematiche sanitarie, è prevista per ciascuna nave che comunichi l’accesso nel porto e autorizza la nave stessa ad iniziare tutte le operazioni di tipo commerciale o di sbarco ed imbarco di passeggeri. In relazione alla carenza di organico, la prefettura provvederà a sottoporre il problema nuovamente all’attenzione del Ministero della Salute, nonché del Commissario Delegato all’emergenza, per richiedere una soluzione in tempi brevi, atteso che – come sostenuto da tutti i presenti – tale criticità risulta non più sostenibile in un contesto portuale ove la sussistenza di consistenti scambi commerciali a livello internazionale impone un costante e notevole impegno nelle attività di controllo e di monitoraggio.

I presenti hanno, inoltre, convenuto sulla necessità di avviare ogni iniziativa volta ad assicurare, in ambito portuale, una corretta informazione sul virus, sulle modalità e potenzialità di diffusione, nonché sulle procedure che vengono adottate per le navi in ingresso e i rispettivi equipaggi onde attestarne l’integrità sanitaria.

Per l’attività informativa gli enti portuali potranno avvalersi dell’apporto professionale degli operatori sanitari della Ausl; in tal senso è stata fornita ampia disponibilità da parte dei dirigenti Ausl presenti, i quali si sono impegnati anche a verificare la possibilità di porre in essere ulteriori misure, che possano agevolare l’attuazione degli adempimenti di controllo sanitario previsti in ambito portuale, nell’ottica di garantire la massima tutela della salute pubblica e di tutti coloro che a diverso titolo operano in quell’area.

«La situazione del porto – conclude la prefettura – sarà costantemente seguita e monitorata, così come sarà garantito un continuo scambio informativo tra tutti gli enti interessati onde consentire una tempestiva e congiunta trattazione di ogni eventuale anomalia sanitaria».